Il farmacista dopo Covid-19: come sta cambiando il suo ruolo

Con la pandemia di Covid-19 nei sistemi sanitari occidentali il ruolo del farmacista ha subito un’evoluzione: la chiusura di molti studi medici ha reso di fatto le farmacie un presidio accessibile per i pazienti sul territorio, facendo così assumere al farmacista un ruolo maggiormente consulenziale che si è affiancato a quello operativo. Tale considerazione, maturata in ambito statunitense in quanto evidenziata, fra gli altri, da Scott Knoer, CEO dell’American Pharmacists Association (AphA), rivela un’evoluzione che ha avuto luogo anche in Europa. Ciò sta imponendo un ripensamento delle strategie di marketing che pone il farmacista come fulcro centrale nel contatto con il pubblico.

Sempre rimanendo in ambito USA, secondo un sondaggio condotto lo scorso anno dalla società americana CMI, su 101 farmacisti, c’è stato un aumento del 52% degli intervistati che ha affermato di aver usato i social media per accedere a dati di studi clinici e un aumento del 41% di coloro che hanno affermato di aver usato i social per comunicare con i pazienti nel 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E sulla base di questi dati, CMI ha di recente progettato una campagna a pagamento, senza marchio, su LinkedIn, per promuovere un vaccino contro tetano, difterite e pertosse tra i farmacisti.

Basandosi su tali considerazioni, diversi indicatori suggeriscono che il ruolo dei farmacisti continuerà ad espandersi: in futuro potranno, per esempio, dare consigli a livello di prevenzione e se la telemedicina continuerà a svolgere un ruolo chiave nell’assistenza sanitaria, i farmacisti manterranno un vantaggio avendo un contatto di persona con i pazienti. Ciò significa che il ruolo del farmacista è destinato a migliorare l’assistenza riducendo i costi per l’intero sistema sanitario.

 

Dino Biselli

Source: Daily Health Industry