
Con l’avvicinarsi della fine del 2022 iniziano a circolare le previsioni relative al 2023, e per l’industria farmaceutica americana si stima che le piccole e medie imprese (PMI) subiranno un forte impatto da una possibile “lieve recessione” che molti istituti finanziari danno praticamente per certa.
Infatti, mentre le big pharma possono disporre di infrastrutture e di cuscinetto finanziari su cui contare, le PMI devono affrontare con cautela queste sfide economiche poiché la recessione economica influisce, tra l’altro, sui piani di raccolta di capitali. Da ciò ne potrebbe derivare che le aziende che si affidano ad angel investor e venture capitalist saranno le più colpite dalla crisi economica.
Questo ambiente più difficile per le biotech di piccole e medie dimensioni eserciterà una maggiore pressione nel cercare collaborazioni con alcuni dei più grandi operatori del settore.
Una strategia rafforzata di fusione e acquisizione (M&A) potrebbe essere vantaggiosa per tutte le parti coinvolte, tendenza che potrebbe coincidere con quella delle grandi aziende farmaceutiche. La maggior parte di queste ultime acquisterà società biotecnologiche o gruppi farmaceutici più piccoli per la qualità delle loro attività cliniche e dei farmaci in fase di sviluppo, in modo da cercare di colmare le lacune della loro pipeline, soprattutto a medio termine, per portare avanti la loro strategia farmacologica.
A questo punto tutto dipenderà dalla liquidità disponibile: se sarà molta ci saranno diversi asset pronti per essere acquisiti.
Dino Biselli
Source: Daily Health Industry