Coronavirus: il caso Avigan e l’intervento dell’AIFA

E’ bastato un video postato su Youtube per scatenare la caccia al farmaco miracoloso capace magicamente di curare in modo definitivo il COVID-19: si tratta del favipiravir (Avigan), prodotto da Toyama Chemical del gruppo Fujifilm e balzato agli onori della cronaca a seguito di un video pubblicato sulla piattaforma. Il clamore è stato tale che AIFA ha dovuto precisare attraverso una sua nota alcune informazioni non esatte o destituite di fondamento.

Favipiravir è un antivirale autorizzato in Giappone dal Marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti il cui utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. Attualmente non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19. Esistono dei dati preliminari, disponibili solo in versione pre-proof (vale a dire non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, co il quale il favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol.

Pertanto non esistono ancora studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19, e quindi il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Questo significa che nonostante dai dati disponibili sembri che favipiravir possa avere sua potenziale attività contro il Coronavirus, ad oggi mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia.

 

Dino Biselli

Source: Aboutpharma