
Ci sono anche due italiani tra le 100 personalità più influenti nel campo della salute e della sanità secondo la nuova classifica pubblicata dalla rivista Time. Sulla copertina di Time100 Health 2025, visibile anche sul sito online, compare il volto del direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, primo nella sezione ‘Tytans’ (Titani). Tra i 100 nomi figurano anche Francesco Rubino, nella categoria ‘Leader’, e Lorenzo Guglielmetti nella categoria ‘Catalysts’ (Catalizzatori). Tra i “Titani” compaiono anche Jay Bhattacharya, responsabile dei NIH negli USA, Robert F. Kennedy Jr., attuale segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli USA, la principessa del Galles Kate Middleton e la filantropa Melinda French Gates.
Rubino è responsabile della chirurgia metabolica e bariatrica al King’s College di Londra. Nel 2024 ha guidato un gruppo di 50 esperti incaricato da The Lancet di ridefinire l’obesità come malattia, per migliorarne diagnosi e trattamento. Guglielmetti è co-ricercatore principale del progetto End TB e ha pubblicato nel 2025 sul New England Journal of Medicine uno studio su tre nuove terapie orali contro la tubercolosi resistente alla rifampicina, efficaci nella riduzione dei tempi di cura e degli effetti collaterali.
Guglielmetti, “sorpreso per la citazione di Time. Un riconoscimento per la lotta ad una malattia dimenticata. Ora al Negrar per una nuova sfida”. Dopo anni sul campo con Medici senza Frontiere contro la Tbc nei Paesi più colpiti, non nasconde “la gioia e la sorpresa per questo riconoscimento che premia proprio il suo lavoro e gli studi su questa malattia ‘dimenticata’, condotti insieme a MSF con l’appoggio di due altre ong (Partners In Health e Interactive Research and Development)”. Ora però, racconta all’ANSA, “mi preparo ad una nuova esperienza: da giugno rientrerò in Italia per svolgere le mie ricerche all’Irccs Sacro Cuore di Negrar: il rientro in Italia è per me una grande sfida e la colgo come una opportunità”.
“Mi sono laureato in Medicina a Verona e poi ho studiato all’estero, a Parigi alla Sorbonne, per perfezionare le mie competenze in epidemiologia e salute globale. Poi, con Msf, ho cominciato a lavorare sul terreno in vari Paesi occupandomi di Tbc e in particolare delle forme resistenti ai farmaci”, spiega. Ma l’idea di tornare in Italia non l’ha mai abbandonata: “So che mi aspetta una sfida, ma questo mi infonde allo stesso tempo entusiasmo. E’ vero, infatti, che in Italia i fondi destinati alla ricerca sono limitati rispetto ad altre nazioni, ma è anche vero che i tagli alla ricerca stanno ormai cominciando a pesare anche altrove, dalla Francia agli Usa, e negli Stati Uniti con l’amministrazione Trump si sta iniziando addirittura a mettere in discussione il principio stesso di libertà di ricerca”.
“In Italia - sottolinea il ricercatore - lavorerò al Negrar, che è un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico specializzato nelle malattie tropicali, e potrò sviluppare una ricerca libera, indipendente dall’ambito commerciale ed i cui risultati potranno avere un impatto concreto per i paesi del Sud Globale, dove la Tbc è una problematica cruciale. La Tbc è la prima causa mondiale di mortalità legata alle malattie infettive, causa 1,3 milioni di morti l’anno e più di 10 milioni di casi nel mondo. Purtroppo, la situazione è allarmante, in particolare nei paesi del Sud globale”.
Dunque, “essere in questa classifica è per me un grande riconoscimento: non personale ma allo sforzo decennale fatto da varie organizzazioni non governative in un ambito in cui c’è oggi, purtroppo, un vuoto di finanziamenti ma anche di interesse, come appunto quello delle malattie infettive ‘dimenticate’ come la Tbc. Oggi, rischiamo di fare passi indietro enormi a causa dei tagli ai finanziamenti internazionali decisi dagli Usa. E’ importante accendere un faro su tutto questo”.
Nella classifica di Time compare anche Robert F. Kennedy Jr., segretario alla Salute USA: “Time ha fatto una valutazione in base all’impatto legato ai vari nomi, ma senza dare un giudizio di positività o negatività. Il criterio credo sia stato quello di ‘misurare’ l’influenza ed in questo caso Kennedy, figura molto criticata per le sue posizioni - conclude Guglielmetti - sta purtroppo avendo un impatto forte sulla sanità e la ricerca negli Stati Uniti e nel mondo”.
La Redazione
Source: DOTTNET