
In Italia, grazie all’importazione parallela dei farmaci, il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe risparmiare fino a 239 milioni di euro sui medicinali di fascia A. Inoltre, il sistema contribuirebbe a contrastare più efficacemente le carenze. Tuttavia, manca ancora una politica nazionale di promozione del parallel trade. Servono semplificazioni normative, inclusione dei farmaci ospedalieri e un approccio europeo coordinato su esportazioni e importazioni parallele. È quanto emerso in Senato durante la presentazione dello studio “L’impatto economico e regolatorio delle importazioni parallele di farmaci in Italia”, a cura di Cefat e dell’Università di Pavia, su iniziativa del senatore Ignazio Zullo. Nel 2024, il settore europeo ha generato 7,4 miliardi di euro, con risparmi tra 5 e 7 miliardi per i sistemi sanitari. In Italia, però, il parallel trade resta marginale. “Nel nostro Paese nel 2024 sono stati erogati ai consumatori farmaci da importazione parallela per un valore complessivo di circa 226 milioni di euro, di cui 74 milioni relativi a farmaci di fascia A e 152 milioni a farmaci di fascia C – spiega Giorgio Lorenzo Colombo, direttore scientifico del Cefat – Non si sono registrate erogazioni di farmaci destinati all’esclusivo impiego ospedaliero (farmaci di fascia H). In termini di incidenza sulle vendite complessive in farmacia, si tratta di quote marginali: nel 2023 lo 0,85% complessivo, suddiviso in 0,49% per la fascia A e 1,30% per la fascia C”.
L’Aifa ha introdotto nel 2021 una procedura semplificata per le autorizzazioni, ma i tempi restano lunghi. Lo studio evidenzia anche criticità come l’esclusione dei farmaci ospedalieri e la rigidità dello sconto minimo del 7%. Un’analisi su un campione ampio mostra come il risparmio per il Ssn potrebbe arrivare a 239 milioni di euro, applicando il risparmio medio all’intero volume dei farmaci di fascia A. “Il parallel trade realizza un principio unificatore dell’unità europea, ovvero quello della garanzia alla libertà di circolazione delle merci e può costituire un efficace strumento calmieratore dei prezzi di cessione dei prodotti farmaceutici”, afferma il senatore Zullo. “In ragione dell’approccio europeo del settore, è fondamentale considerare importazione ed esportazione come attività propedeutiche e coesistenti, in modo da garantire un sistema in cui le esportazioni non generino carenze, ma contribuiscano a un ecosistema sano e sostenibile del settore farmaceutico”, sottolinea il senatore Francesco Zaffini.“In un’ottica di crescita sostenibile e duratura – rimarca Gian Maria Morra, presidente di Ami – è imprescindibile garantire la tutela e il coinvolgimento di tutti gli stakeholder della filiera, dai cittadini alle imprese. L’Italia, in quanto ottava economia mondiale e secondo mercato farmaceutico a livello europeo, ha la responsabilità di allinearsi agli standard degli altri Paesi membri dell’Unione. Non possiamo permetterci di rimanere indietro: è necessario agire con visione e responsabilità per rafforzare la competitività del nostro sistema Paese”.
Lo studio mette in luce il potenziale del commercio parallelo per mitigare le carenze, aumentare la concorrenza e ridurre i costi per il Ssn. Cruciale è integrare i farmaci importati nel mercato ospedaliero e promuovere trasparenza e concorrenza nelle gare pubbliche. È inoltre essenziale semplificare le regole e velocizzare le autorizzazioni.“La revisione della legislazione farmaceutica dell’Ue ha un ruolo cruciale nel processo di valorizzazione e, purtroppo, allo stato attuale dei lavori questo non si sta riscontrando per via di alcune disposizioni previste che, se confermate, potrebbero ostacolare seriamente lo sviluppo del settore”, commenta Mattia Bianchi, segretario generale Ami.“Intendiamo lavorare in sinergia con le istituzioni – conclude Morra – per favorire lo sviluppo del settore nel lungo periodo. Un insieme di regole certo, equilibrato e che rispecchi i valori fondanti dell’Unione europea porterà benefici a cittadini, imprese e Ssn, oltre a portare risparmi di cui beneficeranno le prossime generazioni verso le quali noi tutti abbiamo un senso di responsabilità”.
La Redazione
Source: ADNKRONOS