
Il ritorno ad una certa normalità dopo la fase di emergenza da COVID-19 sta imponendo alle strutture ospedaliere la necessità di ripianificare le agende allo scopo di recuperare gli interventi rimandati e la programmare quelli futuri. A tal proposito Nomisma ha svolto un’analisi intitolata “Riprogrammazione degli interventi chirurgici, liste d’attesa e mobilità sanitaria: il Covid spingerà gli italiani a curarsi vicino a casa?” con la quale si riporta che nel periodo di sospensione dei ricoveri differibili e non urgenti, sono stati rimandati il 75% dei ricoveri per interventi chirurgici in regime ordinario.
La stima in termini assoluti è di circa 410mila ricoveri per interventi chirurgici da riprogrammare, con le quote di interventi rimandati che variano sensibilmente a seconda della categoria diagnostica: dal 56% dei ricoveri per interventi legati a malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio alla quasi totalità dei ricoveri per patologie afferenti all’otorinolaringoiatria e al sistema endocrino, nutrizionale e metabolico. Un terzo degli interventi da riprogrammare riguarda l’area ortopedica, dove si stima che saranno 135mila i ricoveri per interventi chirurgici rimandati per l’interruzione e, alla ripresa, il rallentamento del servizio.
Il blocco degli interventi chirurgici non urgenti e la necessità di riorganizzare e riprogrammare l’intera attività ospedaliera avrà naturalmente un significativo impatto sulle liste di attesa e un rallentamento della mobilità sanitaria di breve/medio periodo.
Dino Biselli
Source: Aboutpharma