
Una nuova tecnica di chirurgia robotica otologica di precisione, applicata per la prima volta in ambito pediatrico in Italia presso l’ospedale Martini di Torino, ha ridato speranza a 6 neonati di meno di un anno, affetti da sordità profonda, offrendo loro la possibilità di crescere sentendo voci e suoni. Utilizzando una tecnologia avanzata che combina due strumenti di alta precisione - Otoarm e Otodrive - Diego Di Lisi, responsabile Uos Audiologia impianti cocleari dell’ospedale torinese, ha portato a termine 6 interventi di impianto cocleare su pazienti pediatrici.
“Oggi celebriamo un nuovo traguardo, quello della chirurgia dell’impianto cocleare con tecnica assistita da braccio robotico - spiega Di Lisi - che consente la massima preservazione delle strutture nervose dell’orecchio interno durante l’inserimento dell’elettrodo in coclea, procedura utilizzata per la prima volta proprio al Martini in bambini di età inferiore ad un anno. La tecnologia mette fortunatamente a disposizione strumenti molto evoluti che sono in grado di sostituire perfettamente la funzione biologica. Tuttavia, come sappiamo, l’ingegneria biomedica e le scienze evolvono rapidamente ed esponenzialmente. In quest’ottica - aggiunge - la chirurgia della preservazione d’organo nei bambini è un atto responsabile e quanto mai importante perché li mette oggi nelle condizioni di poter fruire di quella che sarà l’evoluzione tecnologica del domani”.
Otoarm, come specificato in una nota, è un braccio meccanico progettato per definire con precisione la traiettoria degli strumenti chirurgici, mantenendo esattamente la posizione e l’angolo desiderati, riducendo così i tempi complessivi della chirurgia. Otodrive, invece, è uno strumento essenziale per garantire un approccio atraumatico e preservare le delicate strutture dell’orecchio, consentendo un movimento lento e costante della strumentazione chirurgica con velocità comprese tra 0,1 e 1,0 mm al secondo. “Auspico - conclude Di Lisi - che sempre più professionisti adottino tecnologie e approcci chirurgici mininvasivi per standardizzare, insieme, la tecnica di inserzione”.
La Redazione
Source: ADNKRONOS