Ricerche di informazioni mediche online: l’età non conta (troppo)

Il divario generazionale è uno degli aspetti che si ritiene essere di primaria importanza nell’attuazione delle strategie di marketing, soprattutto per una società a rapida digitalizzazione come la nostra. Generazione Z, millennial e boomer: sono etichette che delineano, con più o meno precisione, un determinato modo di essere e una filosofia di approccio ai problemi e alle opportunità influenzate dall’età e dal contesto presente nel momento in cui si è nati e cresciuti.

Tale discorso sembra valere per tutti i mercati, tranne che per quello delle informazioni sanitarie. Infatti, secondo il report annuale Media Vitals di CMI Media Group, realizzato negli USA, il divario tra generazioni non è così ampio se si analizzano le ricerche dei consumatori di questo specifico ambito.

Basato su una rilevazione che ha visto il coinvolgimento di duemila consumatori, in particolare su ciò che desiderano a livello di assistenza sanitaria e cosa si aspettano dalle aziende farmaceutiche, il report sfata il pregiudizio che sostiene che le persone più anziane non siano esperte di digitale. In realtà, la pandemia le ha costrette ad imparare velocemente, anche in ambito sanitario spinte dalla  necessità di utilizzare sistemi di telemedicina.

Inoltre, secondo il report i consumatori, di tutte le età, si fidano di più dei siti web che trattano di medicina rispetto al passato e, in particolare, i siti dei brand hanno la maggior fiducia, in particolare tra i millennial, con quasi uno su due che ha citato questi siti come “fonte attendibile”.

La pandemia ha contribuito a migliorare la reputation delle agenzie sanitarie come CDC e FDA, anche se lo studio medico resta il principale punto di riferimento per le informazioni su salute per tutte le fasce d’età: il 42% dei millennial e il 50% dei baby boomer hanno citato quest’ultimo come il loto punto di riferimento. La posta elettronica, poi, è la seconda scelta per entrambi i gruppi, rispettivamente per il 28% e il 37%.

La vera differenza tra le fasce d’età sta nel fatto che i consumatori più anziani hanno maggiore propensione a seguire i consigli dei medici (il 69% delle persone con più di 75 anni contro il 33% dei giovani tra i 18 e i 24), mentre i più giovani hanno invece una maggiore probabilità di integrare le informazioni dei medici con ricerche proprie.

Infine, il report ha rilevato che solo il 3% dei boomer cerca informazioni in ambito sanitario sui social media, rispetto al 28% della generazione Z e al 21% dei millennial.

 

Dino Biselli

Source: Daily Health Industry