La necessità di trattare un numero elevato di pazienti affetti da Covid-19, sia in ambito ospedaliero che casalingo, in breve tempo ha determinato una forte crescita della domanda di ossigeno. Alcuni ritardi nella fornitura di ossigeno ha messo in allarme alcuni addetti ai lavori sul livello di scorte presenti in magazzino e sulla capacità dell’industria nel riuscire a produrre la quantità di prodotto richiesta.
A queste perplessità hanno risposto in una nota congiunta AIFA, Assogastecnici e Federfarma nella quale viene ribadito che non vi è alcuna carenza di questo farmaco, in quanto le aziende del settore, hanno assicurato costantemente le forniture ossigeno liquido medicinale in serbatoio, in bombole e unità base opportunamente sanificate sia a ospedali che ai pazienti a domicilio. Si è però osservato che nelle fasi più critiche dell'emergenza, con la crescita della domanda di ossigeno si è assistito parallelamente ad un aumento esponenziale della domanda di dispositivi medici (bombole e contenitori criogenici), in particolare nelle aree più colpite dall'epidemia. Ciò ha determinato una potenziale criticità nella disponibilità di questi dispositivi, aggravata dal fatto che notizie di stampa imprecise hanno avuto come effetto quello di frenare la restituzione programmata dei recipienti da parte dei pazienti che le hanno già in uso, per paura che poi nel momento del bisogno non possano avere più ossigeno a loro disposizione.
AIFA, Assogastecnici e Federfarma informano che stanno prendendo tutti provvedimenti necessari per far sì che il ciclo dei recipienti resi venga ripristinato, in modo che, una volta sanificati e riempiti, possano tornare nuovamente disponibili per i pazienti che ne hanno bisogno.
Dino Biselli
Source: Il Sole 24 Ore Sanità