La situazione della centralizzazione degli acquisti in sanità

Una delle strategie che da più di un decennio è stata perseguita per tentare di limitare la crescita delle spesa sanitaria, e conseguire economie di scala e risparmi sul costo di acquisto, è quella della centralizzazione degli acquisti: dapprima in ambito macro-provinciale e poi a livello regionale per poi giungere anche a livello nazionale. 

Nonostante la strategicità di questa strategia, ad oggi manca un’attività di reportistica analitica dettagliata a livello statale in grado di offrire un quadro completo e preciso di come viene gestita questo tipo di attività e di quali sono i risultati ad oggi ottenuti. La fonte informativa più estesa a riguardo proviene dal Tavolo dei Soggetti Aggregatori, dalle cui analisi si apprende che dal 2016 al settembre 2019  sono state avviate a livello regionale iniziative di acquisto per circa 99,2 miliardi, con un valore annuale degli acquisti centralizzati equivalenti a circa il 41% della spesa di beni e servizi, di cui il 90% riconducibile all’acquisto di farmaci e vaccini. Tuttavia, anche se i soggetti aggregatori stanno progressivamente estendendo il loro raggio d’azione anche su categorie merceologiche non soggette a centralizzazione, le analisi del Tavolo dei Soggetti Aggregatori riguarda esclusivamente le cosiddette categorie merceologiche obbligatorie.

Attraverso l’analisi 1.503 bandi pubblicati in quindici regioni, che assommano un totale di circa cinquantamila lotti e 91,5 miliardi di euro di controvalore, l’Osservatorio Masan di Cergas SDA Bocconi ha effettuato un censimento dei procedimento di acquisto centralizzati, con il 60,5% del valore dei bandi che è rivolto all’acquisto di farmaci e vaccini, seguito dai servizi (24%), dai dispositivi medici (10%),  e infine elettromedicali (4%). Risulta essere stato aggiudicato il 65% dei lotti, per un importo, al netto dei ribassi in sede di gara, pari a 42 miliardi di Euro, con una media di 305 giorni per aggiudicare una gara centralizzata. Aria SpA (già Arca Lombardia) con 16,8 miliardi di euro risulta essere la centrale più attiva in termini di importo bandito, seguita da Soresa SpA (Regione Campania) con 13 miliardi e Intercent-ER (Emilia-Romagna) con 8,4 miliardi. Spostando l’attenzione sulle aggiudicazioni, risulta che la centrale lombarda è riuscita a portare a termine procedure per 3 miliardi di euro, a fronte di 9 miliardi aggiudicati da SoReSA, e 5 rispettivamente da Intercent-ER e ESTAR (Regione Toscana).

Sono due fattori ad influenzare i tempi lunghi di aggiudicazione:

  • il difficile processo di costruzione della gara, che richiede la formazione di collegi tecniche, in cui il ruolo dei clinici più esperti è essenzial;
  • la centralizzazione ha determinato un’impennata nel numero dei ricorsi.

 

Dino Biselli

 

 

Source: Il Sole 24 Ore Sanità