
Uno degli aspetti critici a livello continentale messi in risalto durante l’emergenza COVID-19 è stato quello relativo all'approvvigionamento dei principi attivi farmaceutici, in ragione del fatto che molti questi erano importati da paesi come Cina e India. Il recente rapporto Efpia pubblicato a luglio 2020 offre invece delle rassicurazioni riguardo questo tema, in quanto in base ai dati prodotti insieme a Ecipe (European centre for international political economy) dal punto di vista del valore dei prodotti, i due giganti orientali non sono più tra i maggiori contribuenti per Api in Europa (Ue27).
Nel 2019 India e Cina hanno contribuito all’import di tali prodotti per rispettivamente il 3,4% e l’8% per l’importazione. Del totale di 79 miliardi di mercato di importazione, l’Ue a 27 è indipendente per il 51%, mentre al primo posto tra i Paesi terzi fornitori (sempre tenendo presente il valore come parametro) c’è la Svizzera con il 17,2%, seguita dagli Usa con l’8,8%, dalla Cina, da Singapore col 4,7% e dal Regno Unito.
A livello di volumi, nel 2019 il 57% dell’importazione di 3,5 milioni di tonnellate di Api è venuta dall’Europa geografica (51,9% dai 27, il 4,2% dalla Svizzera e l’1,5% dal Regno Unito). La Cina è al secondo posto con il 22,5%, seguita dagli Usa con il 5,8%.
Dino Biselli
Source: Aboutpharma