Farmindustria: l’industria farmaceutica pronta ad investire 4,6 miliardi in tre anni

Ieri ha avuto luogo l’Assemblea Pubblica 2021 di Farmindustria, che è stata l’occasione per fare il punto sulla condizione dell’industria farmaceutica italiana e sul sistema sanitario nazionale dopo le varie ondate di Covid-19 che hanno caratterizzato l’ultimo anno e mezzo.

Proprio nella sua relazione, il Presidente Massimo Scaccabarozzi ha voluto sottolineare che 

La pandemia ha confermato in maniera evidente quanto sia importante la salute, per le singole persone, per la comunità e per l'intero sistema. Non c'è economia senza salute e non c'è futuro senza salute. Ecco perché deve rappresentare un investimento, non un costo

Il valore della produzione nel 2020 dell'industria farmaceutica è andato oltre i 34 miliardi di euro, risultato reso possibile grazie alla capacità delle aziende di coniugare alti livelli qualitativi, innovazione, produzione di valore aggiunto e di attrarre rilevanti investimenti nazionali ed esteri. In particolare, l’export, tra il 2015 e il 2020, ha registrato un incremento del 74% pari a 14 miliardi di Euro, e un aumento dei valori medi dei farmaci esportati pari a +50%.

Inoltre, Scaccabarozzi ha sottolineato che le aziende farmaceutiche sono pronte a investire in Italia 4,6 miliardi aggiuntivi in 3 anni, in produzione e ricerca, con progetti facilmente cantierabili che potrebbero portare 8mila nuovi posti di lavoro, senza contare le ricadute che ciò potrebbe avere sull’intera filiera.

Ma per farlo è necessario adottare alcune misure che rendano sempre più attrattivo il Paese. Innanzitutto assicurando il coordinamento delle politiche sanitarie e industriali. E poi agendo rapidamente per adeguare le risorse al bisogno di salute dei cittadini e all’invecchiamento della popolazione. Così come è importante superare le pesanti complessità burocratiche per corrispondere alla velocità che caratterizza lo scenario delle life sciences. In particolare, con l’arrivo di terapie sempre più avanzate e personalizzate, bisogna ripensare la governance e i modelli, ormai antichi, di finanziamento della spesa farmaceutica che impongono costi altissimi alle imprese attraverso il ripiano degli sfondamenti di quella ospedaliera. È fondamentale che i due tetti di spesa (convenzionata e acquisti diretti) siano rimodulati in modo dinamico - tenendo conto dei trend - per utilizzare al meglio le risorse stanziate.

 

Dino Biselli

Source: PharmaKronos