IL SSN costretto a mettere in atto un universalismo selettivo: il Rapporto OASI 2023

Una prospettiva non molto rassicurante quella delineata dal Rapporto Oasi 2023, presentato presso l'Università Bocconi lo scorso 28 novembre. La ricerca, infatti, solleva un allarme sull'attuale assetto del Welfare italiano, caratterizzato da una crescente spesa pensionistica, ad oggi pari al 15% del PIL, che limiterà sempre  più gli investimenti pubblici in altri settori, come ad esempio quello della sanità.

Già oggi, con l’attuale assetto l’offerta del Servizio sanitario nazionale (Ssn) è implicitamente razionata e nei prossimi anni l’evoluzione demografica è destinata a peggiorare la situazione. Non è un caso che, attualmente, metà delle visite specialistiche e un terzo degli accertamenti sono a carico dei cittadini.La spesa in sanità, nonostante un aumento di risorse finanziarie pari a 8 miliardi di euro a livello assoluto, passerebbe in termini relativi dal 6,7% del PIL nel 2022 al 6,1% nel 2026. 

Con risorse limitate (6-7% del PIL rispetto al 10-11% in altri paesi europei), il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve affrontare una popolazione anziana (24% over 65), di cui il 40% dichiara di essere affetto da almeno una patologia cronica. Inoltre, circa 4 milioni di persone sono non autosufficienti e il tasso di copertura dei loro bisogni è insufficiente, (stimato intorno al 37%). 

Il razionamento implicito dell'offerta del SSN è testimoniato poi dalle lunghe liste d'attesa che sono il frutto di una crescente domanda non soddisfatta. Ci si trova quindi di fronte ad un universalismo dichiarato che in realtà è selettivo.

Per tentare di arginare questa tendenza nel rapporto vengono formulate alcune proposte, come l'analisi dettagliata dei consumi dei pazienti, così da individuare sovra-trattamenti e sotto-trattamenti, la limitazione delle prescrizioni a quanto effettivamente erogabile e lo snellimento delle procedure. 

Inoltre, si propone la definizione di priorità consapevoli e la riorganizzazione dei servizi verso una logica di presa in carico anziché prestazionale. Tali misure sono considerate necessarie per rendere più efficiente l'impiego dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e garantire la sostenibilità a lungo termine del sistema sanitario.

 

La Redazione

Source: Il Sole 24 Ore Sanità