In oncologia prosegue la ricerca sulle Car-T (nonostante Covid-19)

La pandemia di Covid-19 sta ricevendo un’attenzione mediatica senza precedenti, tanto da mettere in secondo piano tutte le altre problematiche a livello medico e sanitario. Ad oggi sembra quasi che l’industria e la ricerca siano concentrate solamente nell’individuare una cura per la Covid-19 o nello studio di un vaccino in grado di contrastare il Sars-Cov2.

In realtà, la ricerca e l’industria stanno continuando nello studio e nello sviluppo già messi programma di soluzioni rivolte al trattamento di altre patologie anche gravi come i tumori, in particolare l’ultima frontiera delle terapie innovative in oncologia: le Car-T.

Le Cart-T sono state fra le protagoniste del Life Sciences Pharma & Biotech Summit organizzato lo scorso 20 ottobre dal Sole-24Ore. Proprio per favorire la diffusione della conoscenze su tali terapie ed espandere la ricerca, da fine 2019 è stato reso operativo un network governativo di ricerca che con manovra finanziaria del 2019 ha ricevuto 10 milioni di Euro in due anni, già in via di erogazione presso gli Irccs oncologici e i centri esperti. In fase di avvio è stata coinvolta solo l’azienda biotech MolMed, ma molte altre stanno manifestando interesse a partecipare a questa iniziativa 

In parallelo, è stato posto in essere un progetto per sei cell factories di produzione delle Car-T (60 milioni), varato in Conferenza Stato-Regioni a giugno 2019, pronto ad essere avviato non appena saranno disponibili i criteri Aifa cui le Regioni dovranno attenersi

Ma anche il privato e il mondo accademico stanno continuando a investire su tali soluzioni terapeutiche che promettono di essere una reale rivoluzione in ambito oncologico. Accanto a Novartis e Gilead, le prime due multinazionali biofarmaceutiche ad aver avuto l’autorizzazione all'immissione in commercio di trattamenti Car-T da loro implementati da parte dell’EMA, ci sono molti altri protagonisti dell’industria farmaceutica che nei prossimi anni renderanno disponibili i frutti dei loro sforzi in questo ambito terapeutico. 

Il contributo dell’accademia, invece, non è solo importante in ottica di ricerca e di monitoraggio post-trattamento, ma anche per individuare modelli efficaci di valutazione value-based. Occorre infatti  considerare congiuntamente sia l’esito clinico sia la capacità di queste terapie di abbattere la spesa in altre aree del sistema, ma anche il "valore" personale e quello sociale.

 

Dino Biselli

Source: Il Sole 24 Ore Sanità