
Nel 2022 si è registrato un aumento del numero assoluto di interruzioni volontarie di gravidanza (IVG), con un +3,2% rispetto al 2021, attribuibile in modo più marcato alle donne straniere (+4,9%) rispetto alle italiane (+2,9%). Si è osservato anche un incremento del tasso di abortività tra le minorenni, passato da 1,9 per 1.000 nel 2020 a 2,2 per 1.000 nel 2022. Per la prima volta, le IVG farmacologiche (52,0%) hanno superato quelle chirurgiche (46,6%), un dato che riflette l’applicazione delle linee guida ministeriali aggiornate nel 2020. Questi dati sono riportati nella Relazione annuale sull’attuazione della legge 194/1978, presentata recentemente dal Ministero della Salute.
La relazione evidenzia che il tasso di abortività è salito a 5,6 IVG per 1.000 donne tra i 15-49 anni residenti in Italia (+5,1% rispetto al 2021), mentre il rapporto di abortività ha raggiunto 166,6 IVG per 1.000 nati vivi (+4,8%). Questi numeri interrompono lo storico trend in calo dal 1983. Secondo il ministro Orazio Schillaci, “la raccolta dati successiva consentirà di stabilire se si tratta di un dato isolato, limitato a questo particolare anno (come avvenuto per un aumento registrato nel 2004), o se fa parte di un nuovo, diverso andamento delle IVG rispetto alla costante diminuzione riscontrata dal 1983.”
Per quanto riguarda le minorenni, l’aumento del tasso di abortività a 2,2 per 1.000 nel 2022 rispetto al 2,1 per 1.000 del 2021 e all’1,9 per 1.000 del 2020 è attribuibile al contemporaneo aumento delle IVG tra le italiane under 18 e alla diminuzione di quelle tra le straniere. Le IVG farmacologiche, effettuate con mifepristone e prostaglandine, sono state il 52,0% delle procedure, superando quelle chirurgiche (46,6%) grazie all’applicazione delle linee guida aggiornate nel 2020, che ne raccomandano l’uso nelle prime settimane di gestazione. I tempi di attesa per le IVG sono diminuiti, con un aumento delle procedure effettuate entro le prime otto settimane, segno di una maggiore accessibilità al servizio.
Inoltre, il 92,9% delle IVG è stato eseguito nella Regione di residenza, e l’86,9% nella Provincia, con una mobilità limitata simile ad altre prestazioni sanitarie. Il numero di strutture che offrono il servizio è adeguato rispetto alla domanda, con una media di 5,2 punti IVG per ogni 1.000 procedure (contro 1 punto nascita ogni 1.000 nascite). I ginecologi non obiettori effettuano in media 0,9 IVG settimanali, un carico di lavoro che non presenta criticità, anche se eventuali problemi organizzativi sembrano legati alla gestione regionale più che alla disponibilità di personale.
La Relazione affronta anche il tema della contraccezione di emergenza. Nel 2022, l’Ulipristal acetato (EllaOne) ha registrato un incremento del 27,7% rispetto al 2021, con un aumento complessivo del 66,8% dal 2020, anno in cui è stato eliminato l’obbligo di prescrizione per le minorenni. Per il Levonorgestrel (Norlevo), l’aumento è stato del 6,7%. Questo trend riflette “una maggiore accessibilità garantita dalla liberalizzazione introdotta dalle determine AIFA tra il 2015 e il 2020.” Tuttavia, la mancanza di dati tracciabili sull’età e sull’uso ripetuto impedisce un’analisi approfondita. Il Ministro ha sottolineato “la necessità di promuovere campagne informative per un uso consapevole della contraccezione d’emergenza, soprattutto tra i più giovani”, evidenziando il ruolo delle farmacie come punto chiave per distribuzione ed educazione sanitaria.
La Redazione
Source: FARMACISTA33