Le prospettive della ricerca clinica italiana presentate durante il Forum Incyte

La ricerca a livello nazionale è stata al centro del “Forum Incyte sulla ricerca clinica in Italia. Promuovere la leadership dell’Italia: obiettivi e prospettive per il futuro”, evento organizzato da Incyte, innovativa biotech americana, in occasione dell’inaugurazione, ieri, a Milano, della nuova sede.

“L’Italia è un Paese strategico per la grande qualità e gli elevati standard di ricerca e delle accademie che fanno da supporto ai nostri trial clinici. Si è distinta, non solo a livello europeo ma anche globale, per la capacità di fornire gli strumenti e per lo sviluppo delle nostre soluzioni terapeutiche innovative, questo ad assoluto vantaggio dei pazienti e dei loro bisogni insoddisfatti, della classe medica e delle Istituzioni per l’accesso a queste terapie. Da 20 anni - continua - Incyte segue la scienza per trovare soluzioni per i pazienti con bisogni medici critici e si pone l’obiettivo di concentrarsi su aree in cui poter avere un impatto significativo, indipendentemente dalla malattia o dalle dimensioni della popolazione di pazienti. E, in questo, l’Italia sta dimostrando di essere un esempio e un Paese di grande valore". - Jonathan E. Dickinson, Executive vice president and General manager, Europe

Durante l’evento sono stati resi noti alcuni dati relativi allo stato della ricerca clinica in Italia. In particolare si è sottolineato come nel 2019 sono state approvate 672 nuove sperimentazioni cliniche, vale a dire il 23% di quelle approvate nell’Unione europea. Inoltre, sono circa 35mila i pazienti che ogni anno, per essere direttamente coinvolti negli studi clinici, beneficiano di trattamenti innovativi con grande anticipo rispetto alla loro disponibilità generale. 

Inoltre, gli arruolamenti nelle sperimentazioni cliniche che riguardano le malattie virali (legate agli studi sul Covid-19), le malattie del sistema ematico e linfatico e quelle dell'apparato digerente sono in continuo aumento. E’ stato anche sottolineato che gli studi realizzati stimano che, per ogni euro investito erogato dalle aziende sponsor per studi clinici, il Sistema sanitario nazionale (Ssn) realizza un vantaggio complessivo di quasi 3 euro, dato che sale a 3,44 euro se si considerano anche gli studi monobraccio o con placebo. L’investimento finanziario complessivo nelle sperimentazioni cliniche, da parte delle società farmaceutiche operanti in Italia, viene stimato in 700 milioni di euro all’anno. Il vantaggio economico per il Ssn, quindi, si aggira attorno ai 2 miliardi di euro.

La ricerca clinica ha anche un impatto importante sull’occupazione, con l’impiego di profili professionali di elevata specializzazione, non solo medici. L’effetto leva occupazionale (“employment multiplier”) della ricerca clinica viene stimato ad un fattore 1,66. 

“L’industria farmaceutica è prima al mondo per investimenti in Ricerca & sviluppo con 1.600 miliardi di dollari dal 2023 al 2028. Il nostro settore è protagonista di un’innovazione travolgente in uno scenario globale anch’esso in rapidissima trasformazione. È un sistema che richiede qualità in tanti fattori: risorse umane, aziende, ricerca pubblica e privata, Ssn e centri clinici, manifattura, accademia, regolatori. L’Italia ha tutte queste caratteristiche, ecco perché possiamo attrarre ancora più investimenti”.  -  Carlo Riccini, vicedirettore generale e direttore del Centro studi di Farmindustria

 

La Redazione

Source: PharmaKronos