Nisticò (AIFA): obiettivo del mio mandato è l’accelerazione dei tempi di approvazione

Robert Nisticò, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha rilasciato un'intervista ieri a 'Il Sole 24 ore' attraverso la quale ha ribadito l’obiettivo principale del suo mandato: accorciare i tempi per l'accesso e il rimborso dei nuovi farmaci in Italia. Ad oggi tali tempistiche sono pari a circa 14 mesi di media, contro i 4 della Germania.

"Seguirò tre parole chiave: internazionalizzazione, semplificazione amministrativa e riorganizzazione. Innanzitutto dobbiamo essere più presenti nei tavoli internazionali che poi anticipano le questioni che arriveranno in Italia, a partire da quelli dell'Ema l'agenzia Ue dei farmaci dove avvengono le autorizzazioni. Puntiamo poi a semplificare i rapporti con gli interlocutori ma anche l'organizzazione interna. Penso all'unica commissione che sostituisce le precedenti con un iter più snello rispetto al passato quando succedeva che i dossier rimbalzavano dalla commissione che decideva sui prezzi a quella sulla valutazione scientifica. Per aiutare i dieci esperti della commissione abbiamo potenziato gli uffici a loro supporto con le sedute convocate consecutivamente fino a cinque giorni".

Nisticò ha voluto però sottolineare che questo percorso di accelerazione non dipende solamente da AIFA ma anche dalle Regioni, in considerazione che in molte di esse sono in vigore i prontuari regionali. Tuttavia, il Presidente dell’Agenzia ha voluto dichiarato che si stanno mettendo in campo tutta una serie di azioni tese a dimezzare i tempi, soprattutto per i farmaci con valore terapeutico aggiunto o che vengono incontro a bisogni medici insoddisfatti come farmaci orfani per il trattamento delle malattie rare.

Fra i vari temi trattati nell’intervista c’è stato anche quello della carenza dei farmaci: 

Ci sono ancora problemi in particolare per antibiotici, antiinfiammatori di largo consumo o enzimi pancreatici. Carenze dovute a fattori che spesso non dipendono da noi come l'approvvigionamento di materie prime per il confezionamento o i principi attivi, che arrivano per oltre il 70% da Cina e India. Per attenuare questo fenomeno non bisogna però dimenticare che spesso i farmaci equivalenti sono alternative valide a quelli di marca carenti e su questo bisogna insistere nel fare comunicazione tra farmacisti e medici e informando i cittadini".

 

La Redazione

Source: PharmaKronos