
L’epidemia di COVID-19 è stata (ed è ancora) un severo banco di prova per il nostro Servizio Sanitario Nazionale che ha messo in luce i (molti) punti di debolezza di quest’ultimo: il XII Rapporto Osservasalute 2019, presentato ieri alla stampa in remoto, parte da questo presupposto per individuare e descrivere le difficoltà che il nostro SSN ha dovuto fronteggiare.
Sottofinaziamento della sanità, carenza di personale medico e infermieristico, una devolution troppo estesa che ha di fatto creato 21 differenti sistemi sanitari regionali diversamente performanti: questi sono solamente alcuni dei principali fattori che sono stati individuati come criticità del sistema
Riguardo il lato del finanziamento del sistema sanitario, il rapporto segnala che dal 2010 al 2018 la spesa sanitaria pubblica è aumentata dello 0,2% medio annuo, quindi meno dell’incremento del PIL che è stato dell’1,2%. A questo rallentamento della componente pubblica si contrappone una crescita più sostenuta della spesa privata delle famiglie, pari al 2,5%. Nel 2018, la spesa sanitaria complessiva, sia pubblica che privata, sostenuta dalle famiglie ammontava a circa 153 miliardi di Euro, dei quali 115 miliardi di competenza pubblica e circa 38 miliardi a carico delle famiglie.
Il sottofinanziamento del sistema generalmente non è stato associato ad aumento di efficienza dei servizi: anzi, molto spesso si sono tradotti in una riduzione dei servizi offerti: dal 2010 al 2018 il numero di posti letto è diminuito di circa 33 mila unità, con un decremento medio dell’1,8%, continuando il trend in diminuzione osservato già a partire dalla metà degli anni ’90.
Professor Walter Ricciardi, Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane:
La crisi drammatica determinata da Covid-19 ha improvvisamente messo a nudo fino in fondo la debolezza del nostro sistema sanitario e la poca lungimiranza della politica nel voler trattare il SSN come un’entità essenzialmente economica alla ricerca dell’efficienza e dei risparmi, trascurando il fatto che la salute della popolazione non è un mero ‘fringe benefit’, ma un investimento con alti rendimenti, sia sociali sia economici
Alessandro Solipaca, Direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane:
L’esperienza vissuta ha dimostrato che il decentramento della sanità, oltre a mettere a rischio l’uguaglianza dei cittadini rispetto alla salute, non si è dimostrato efficace nel fronteggiare la pandemia. Le Regioni non hanno avuto le stesse performance, di conseguenza i cittadini non hanno potuto avere le stesse garanzie di cura. Il livello territoriale dell’assistenza si è rivelato in molti casi inefficace, le strategie per il monitoraggio della crisi e dei contagi particolarmente disomogenee, spesso imprecise e tardive nel comunicare le informazioni.
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Dino Biselli
Source: Quotidianosanita.it