Indagine MediPragma su attività ISF in tempi di COVID-19

L’epidemia di Covid-19 sta avendo degli effetti diretti su numerose attività produttive, ed è indubbio che essa sta influenzando le dinamiche dell’informazione medico scientifica. In questi mesi si è iniziato ad indagare se e in che modo le aziende farmaceutiche stanno strutturando le proprie attività di informazione scientifica del farmaco e degli ISF che hanno visto le loro tradizionali modalità di lavoro fortemente impattate dal lockdown. In particolare, una delle più avanzate è quella condotta da MediPragma che ha iniziato a condurre indagini su tali tematiche fin dal mese di marzo 2020.

Attualmente le attività di marketing condotte dalle aziende farmaceutiche sono caratterizzate da una profonda incertezza, ed uno dei quesiti che in questo momento rappresenta una grossa incognita è il lasso di tempo che vedrà gli informatori scientifici del farmaco impossibilitati ad essere attivi fisicamente sul campo. La survey condotta da MediPragma ha coinvolto circa 130 medici ed ha avuto come obiettivo la comprensione di quanto fossero soddisfatte le esigenze dei medici, in termini di accesso e condivisione di informazioni accurate e pertinenti sull’epidemia di Covid-19 e sul trattamento dei pazienti. 

La maggior parte dei medici risulta essere poco o moderatamente soddisfatta, mentre circa il 23% dei medici è soddisfatto grazie alle modalità di scambio e di relazione che si è instaurata tra i colleghi attraverso i social media e alla tempestività delle informazioni all’interno e tra gli ospedali. Da un focus concentrato su un totale di 24 infettivologi, anestetisti e rianimatori, risulta che questi specialisti sono i più soddisfatti del trasferimento delle informazioni anche se non stabili e in continua evoluzione.

Attraverso la realizzazione di alcune interviste in profondità con manager aziendali e un’analisi osservazionale, allo scopo di comprendere quali sono le azioni realizzate dalle aziende farmaceutiche in questa situazione, risulta che queste ultime hanno provveduto a fermare tutta la forza operativa esterna, ad attivare la modalità smart working e a bloccare tutte le trasferte non essenziali in Italia e all’estero, al fine di garantire la messa in sicurezza dei dipendenti. Inoltre, le aziende hanno creato team interfunzionali per la gestione della crisi coordinati dalle HR ed hanno provveduto a mettere in atto una valutazione dello stress finanziario, un piano di emergenza e dei modelli di forecasting su quanto impatta il virus, per quanto tempo impatterà e che tipo di impatto si avrà sulle vendite.

Ciò ha portato all’implementazione di modelli alternativi per la promozione e il supporto dell’informazione scientifica a distanza tramite la forza operativa esterna, alla rimodulazione del marketing mix, con l’azzeramento di tutti gli eventi (ad esempio i congressi), e alla conseguente valutazione di strategie online per riformare l’organizzazione in modo adatto per affrontare la situazione.

Va inoltre sottolineato che l’attività d’informazione medico-scientifica è stata ad oggi bloccata solo in sei le Regioni, anche se anche in altre, seppure non attraverso una delibera, le Asl hanno dato indicazioni in questo senso. Ciò ha sicuramente influito sulle modalità di contatto utilizzate dai medici nei primi mesi del 2020, in quanto rispetto allo scorso anno si è verificato un incremento del 17% nell’utilizzo dei canali digitali e un calo drastico dei canali tradizionali, come congressi, corsi Ecm etc. (-69%) e del contatto face to face (-51%). Riguardo specificatamente i canali di contatto tramite i quali i medici ricevono comunicazioni di informazione medico-scientifica, l’indagine riporta che a marzo 2020 ci sia stato un drastico calo della comunicazione face to face dell’informatore scientifico a favore dei canali legati al mobile (telefono, web conference, messaggistica, short message). 

Dall’indagine risulta che i medici hanno ormai una percezione favorevole sull’uso della comunicazione mobile, delle web conference e della comunicazione telefonica nelle attività di informazione scientifica del farmaco, tuttavia tali comunicazioni si devono configurare come confronto medico-ISF e non come una mera attività di ricezione di informazioni: se il digitale viene impiegato con quest’ultima finalità, la percezione favorevole del medico svanisce. Infine, in questo quadro il canale di contatto più utile secondo i medici è il contatto con l’informatore, da attuarsi attraverso telefono o web call.

 

Dino Biselli

Source: Aboutpharma