Sentenze attese su proprietà delle farmacie

Nella Legge Concorrenza è stato affrontato anche il tema dell’incompatibilità e, comprese in esso, ci sono la possibilità per un medico di acquisire quote di società proprietarie di farmacie e la trattazione dell'incompatibilità del socio apportatore di capitale titolare di un rapporto di lavoro.

Attualmente sono attese di due sentenze, una dal Consiglio di Stato e una dal Tar delle Marche, su due problematiche a oggi aperte. La prima dovrebbe chiarire se chi ha in essere un rapporto di lavoro, pubblico o privato che sia, possa far parte di una società proprietaria di farmacie senza ricorrere, come oggi talvolta avviene, all'utilizzo di strumenti societari appositamente costituiti. La fattispecie di questa vicenda riguarda una compagine sociale che aveva vinto una farmacia a concorso nella quale, tra i soci, compariva un professore universitario, e su di essa si è espresso il Tar del Lazio (sentenza 5557 del 2 maggio 2019) che ha sentenziato che non può "essere condivisa la tesi di parte ricorrente, secondo la quale nei confronti dei soci che non partecipano alla gestione della farmacia non opererebbero le incompatibilità normativamente prescritte rispetto alla titolarità di rapporti di lavoro": secondo la corte, le cause di incompatibilità previste dall'articolo 8 della Legge Concorrenza devono sempre trovare applicazione nei confronti dei soci e dei direttori responsabili della farmacia che siano farmacisti iscritti all'albo, mentre la causa di incompatibilità di cui all'articolo 7, comma 2, secondo periodo (la partecipazione alle società di cui al comma 1 è incompatibile con qualsiasi altra attività svolta nel settore della produzione e informazione scientifica del farmaco, nonché con l'esercizio della professione medica), si applica a tutti i soci, farmacisti e non. 

Il Tar delle Marche, dovrà sentenziare su un’iniziativa di Federfarma Marche, supportata dall'Ordine dei farmacisti di Ascoli Piceno, e con l'appoggio di Federfarma nazionale e Fofi. Il tema riguarda la possibilità o meno per i medici acquisire quote di società proprietarie di farmacie attraverso società intermedie, anche unipersonali, scavalcando, di fatto, il veto della norma.

 

Dino Biselli

 

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Source: Farmacista 33