
Uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry ha evidenziato che i sintomi depressivi non sono associati in modo costante a una maggiore frequenza di patologia dell’amiloide nelle persone senza demenza. Tuttavia, negli individui con lieve compromissione cognitiva (MCI), i sintomi depressivi sono risultati collegati a una minore probabilità di patologia dell’amiloide. Questi risultati offrono nuove prospettive sul legame tra Alzheimer, depressione e declino cognitivo.
L’indagine, condotta da Julie Oomens dell’Università di Maastricht e colleghi, ha analizzato dati trasversali di 49 coorti incluse nell’Amyloid Biomarker Study. Lo studio ha esplorato la relazione tra sintomi depressivi e patologia amiloide nelle prime fasi dell’Alzheimer, coinvolgendo 9.746 individui con cognizione normale e 3.023 persone con MCI.
Nei partecipanti con cognizione normale, non è stata trovata un’associazione significativa tra sintomi depressivi e patologia amiloide (OR 1,13, 95% CI 0,90-1,40, P=0,29). Invece, nei soggetti con MCI, i sintomi depressivi erano legati a una minore probabilità di patologia amiloide (OR 0,73, 95% CI 0,61-0,89, P=0,001). Secondo i ricercatori, ciò suggerisce che «meccanismi diversi potrebbero essere alla base delle associazioni osservate tra sintomi depressivi e declino cognitivo in età avanzata».
I partecipanti, di età compresa tra 34 e 100 anni, sono stati valutati dal 2012 utilizzando biomarcatori amiloidi tramite test del liquido cerebrospinale o scansioni PET. La presenza di sintomi depressivi è stata misurata con scale validate, diagnosi cliniche o sintomi auto-riferiti.
Tra i partecipanti con cognizione normale, i sintomi depressivi erano associati a una maggiore frequenza di patologia amiloide nei non portatori di APOE4, ma non nei portatori. Tuttavia, nei soggetti con MCI, lo stato APOE4 non ha mostrato alcun effetto di interazione.
La gravità dei sintomi depressivi non era correlata alla patologia amiloide nei partecipanti con cognizione normale, ma era associata a una minore probabilità di patologia amiloide nei soggetti con MCI. Inoltre, «in entrambi i gruppi, la relazione tra sintomi depressivi e patologia amiloide dipendeva dalla scala di valutazione utilizzata».
Secondo gli autori, «una possibile spiegazione potrebbe essere che le scale di depressione incluse nello studio misurino diversi aspetti dello spettro dei sintomi depressivi e che questi possano essere diversamente correlati alla patologia amiloide». Hanno anche osservato che alcune scale potrebbero essere «più adatte alla specifica popolazione inclusa nello studio rispetto ad altre».
L’assenza complessiva di associazioni significative nelle persone con cognizione normale potrebbe dipendere dal basso carico di sintomi depressivi (9,6%) in questo gruppo. Inoltre, gli autori sottolineano che «un punteggio elevato nei questionari sui sintomi depressivi non implica necessariamente una diagnosi clinica di disturbo depressivo maggiore, poiché alcuni elementi della sindrome depressiva (ad esempio, disturbi del sonno o dell’appetito) possono essere causati da diverse condizioni mediche comuni negli anziani».
La Redazione
Source: PHARMASTAR