Primi dati da studi di follow-up di ex pazienti COVID-19

Iniziano ad essere disponibili i dati dei primi studi strutturati di follow-up che ha visto il coinvolgimento dei pazienti che si sono ammalati di Covid-19 e che poi sono guariti dalla patologia. 

Il congresso della European Respiratory Society che ha avuto luogo in modalità virtuale è stata l’occasione per la presentazione dei i dati del primo follow up prospettico realizzato sui pazienti infetti da Sars-CoV-2. Si tratta di uno studio condotto da un gruppo di ricerca guidato da Sabina Sahanic della University Clinic of Internal Medicine di Innsbruck che ha segnalato esiti polmonari in 86 pazienti con COVID-19, valutati 6 e 12 settimane dopo la dimissione.

I pazienti coinvolti nello studio avevano un’età media di 61 anni, due terzi erano di sesso maschile, il 48% era costituito da fumatori o ex fumatori, il 21% ha necessitato di cure in terapia intensiva e il 19% ha avuto bisogno di ventilazione meccanica.

I dati mostrano che fra i pazienti coinvolti nello studio era comune la persistenza di sintomi respiratori, con il 47% ha segnalato dispnea a sei settimane e il 39% a 12 settimane. Il sintomo della tosse è stato riferito dal 15% dei soggetti ad ogni punto temporale. Inoltre si è registrata una comune compromissione persistente della funzionalità polmonare, con circa un paziente su cinque che presentava un volume espiratorio forzato in un secondo (FEV1) inferiore all’80% del normale previsto a sei e 12 settimane. Una capacità vitale forzata (FVC) inferiore all’80% del normale previsto era presente nel 28% dei pazienti a sei settimane e nel 19% dei soggetti a 12 settimane, mentre le TC polmonari mostravano danni polmonari nell’88% dei pazienti a sei settimane dalle dimissioni e nel 56% dei soggetti a 12 settimane. I danni polmonari erano bilaterali nel 75% dei pazienti a sei settimane e nel 45% dei soggetti a 12 settimane.

Nel complesso, questo studio mostra che i sopravvissuti a COVID-19 trascorrono alcune settimane con compromissione polmonare persistente dopo essersi ripresi. Tuttavia, nel tempo è possibile rilevare un moderato miglioramento. Quindi, dovrebbe essere considerato un follow-up strutturato dei sopravvissuti a COVID-19

 

Dino Biselli

Source: Quotidianosanita.it