Vaccino anti COVID-19: buone nuove da Moderna

Fin dall’inizio della diffusione dell’epidemia di COVID-19, è iniziata una gara contro il tempo per individuare il vaccino capace di contrastare il virus Sars-COV2: molti i centri di ricerca e le aziende che hanno concentrato tutte o parte delle loro attività nella ricerca di un vaccino, ricorrendo anche a strategie e procedimenti altamente innovativi.

Uno di questi casi è quello del  modello di sviluppo seguito da Moderna, società specializzata in biotecnologie con sede a Cambridge, in Massachussetts: proprio in questi giorni sono stati resi noti i primi risultati del preparato anti-coronavirus realizzato da quest’azienda, che dimostrano che i soggetti inseriti nella sperimentazione hanno prodotto anticorpi specifici in modo sovrapponibile a quanto avviene nelle persone che sono guarite dalla malattia. 

Tale informazione, naturalmente, va inserita in quadro di prudenza, in quanto si tratta di dati derivanti dalla fase I della sperimentazione umana. Tuttavia, una certa rassicurazione sull’efficacia di questo candidato vaccino è frutto delle risposte osservate che interessano sia gli anticorpi con azione di “attacco” al virus sia quelli che sono in grado di bloccare l'infezione stessa, cioè gli anticorpi neutralizzanti. Entrando nello specifico, questo vaccino mira alle proteine “Spike”, quelle “punte” che si trovano sulla superficie esterna del coronavirus: questa proteina diventa l'obiettivo delle difese dell'organismo dopo la vaccinazione, consentendo di riconoscere le cellule infettate e quindi innescare la risposta difensiva. 

La strategia perseguita da Moderna, in collaborazione con i ricercatori del Vaccine Research Center (VRC) presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), che fa parte dell'NIH (National Institute of Health), ha vantaggi ma anche potenziali svantaggi: permette sicuramente un risparmio consistente in termini di tempo di sviluppo, in quanto non vengono richiesti passaggi in laboratorio perché la tecnica prevede l'impiego di processi sintetici, ma allo stesso tempo la strategia di creazione del mRNA (cioè RNA messaggero) sintetico è ad oggi non molto stabile, anche se vaccino studiato da Moderna sfrutta alcune specifiche soluzione tecnologiche che consentono di stabilizzare l'RNA messaggero grazie ad un sistema di nanoparticelle.

Sicuramente sarà interessante osservare ed analizzare i dati dei prossimi studi clinici con i quali sarà testato il candidato vaccino di Moderna.

 

Dino Biselli

Source: Il Sole 24 Ore Salute