Il SSN (e l’informazione scientifica del farmaco) secondo il Professor Garattini

Intervista a tutto campo quella concessa dal Professor Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, al quotidiano Libero, con la quale riprende alcuni degli argomenti contenuti nel suo ultimo libro intitolato "Il futuro della nostra salute - Il Servizio Sanitario Nazionale che dobbiamo sognare" (Edizioni San Paolo).

I due fili conduttori dell’intervista sono stati i temi dell’informazione e della ricerca, con il Professore che ha espresso giudizi molto critici sia sulla capacità di svolgere un’informazione efficace in ottica di prevenzione, sia sulla capacità italiana ed europea di produrre ricerca e quindi risposte rapide concrete e condivise in caso di emergenze sanitarie a livello continentale (come dimostrato dalle recenti difficoltà europee nell'approvvigionamento dei vaccini e dalla scarsa efficacia dell’organizzazione nel somministrarli).

L'Italia ha dimostrato la sua arretratezza nella ricerca. Siamo dei parassiti scientifici, viviamo delle scoperte altrui, in violazione dell'accordo di Lisbona, che ci obbligherebbe a destinare il 3% del Pil alla ricerca. Ebbene, noi spendiamo per la scienza 22 miliardi l'anno, contro i 44 di Londra, i 49 di Parigi e gli 87 della Germania. Poi non ci possiamo sorprendere se i vaccini li scoprono altrove e noi ci dobbiamo mettere in coda.

Infine, insieme a considerazioni con il quale il Professor Garattini sostiene la necessità di una riforma complessiva della governance del SSN (meno regioni e un suo distanziamento perlomeno parziale dal controllo della pubblica amministrazione), esprime le sue critiche all’AIFA (che ha approvato farmaci con troppa disinvoltura e non ha proceduto alla “pulizia” del prontuario nazionale) e sottolinea l’importanza della medicina territoriale,  esprime anche un giudizio critico su come è oggi strutturata l’attività di informazione scientifica del farmaco

Sull'informazione medica trovo che la cosa più grave, direi inaccettabile, è che essa venga fatta quasi esclusivamente dalle case farmaceutiche, sia presso il pubblico che presso i medici. Di fatto l'informazione sanitaria in Italia non è indipendente. Per esserlo, dovrebbe correre su un canale preferenziale, da medico a medico, senza informatori commerciali

 

Dino Biselli

 

(foto: Informatore Coop.fi)

Source: Libero